In base al decreto interministeriale Lavoro-Economia firmato ieri 28 marzo 2020, è concessa una indennità di 600 euro, per il mese di marzo, anche ai liberi professionisti iscritti alle Casse di previdenza private (commercialisti, avvocati ecc..).
L’aiuto è concesso solo ai professionisti che nell’anno d’imposta 2018 hanno conseguito redditi fino a 50mila euro (si devono considerare anche entrate derivanti da affitti brevi o con cedolare secca) e che siano in regola con gli obblighi contributivi del 2019.
Entrando meglio nel dettaglio:
- Chi, per l’esercizio 2018, ha avuto un reddito fino a 35mila euro deve solo fare domanda, senza dover dimostrare la riduzione del reddito.
- Chi, per l’esercizio 2018, ha avuto un reddito tra i 35mila euro ed i 50mila euro, ha diritto all’aiuto solo se:
- Ha chiuso la partita Iva tra il 23 febbraio 2020 ed il 31 marzo 2020, oppure
- Ha avuto una riduzione o sospensione dell’attività con conseguente «comprovata» riduzione di almeno il 33% del reddito del primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo 2019 (reddito inteso come differenza tra compensi percepiti e spese sostenute).
La domanda per l’indennità deve essere presentata alla Cassa di previdenza di appartenenza tra il 1° e il 30 aprile 2020.
Nel decreto interministeriale di ieri sono stati inclusi anche gli iscritti all’Enasarco, che, come i professionisti con casse private, era esclusi dal contributo erogato dall’INPS.
L’indennità sarà erogata fino a esaurimento dei fondi che ammontano a 300 milioni di euro.